martedì 28 maggio 2013

Non sfruttare il tuo genio, poeta

L’aureola, al cui cospetto intimidisce
il riflesso opale delle spalline,
nella conquista dei trofei d’amore.

Non sbandierare la tua solitudine,
non chiedere compassione,
non sedurre con le tragedie,
come Grušnickij col pastrano di semplice soldato.

Ma a quelle donne impotenti,
cui tu sei come un’icona,
è peccato chiedere delle carezze il tributo,
è sleale estorcere la bontà.

È criminale recitare con sentimento
per stringere al collo col laccio dei tuoi versi.
Non torna ad onore dell’uomo
vincere quelle che in principio sono già vinte.

La gloria, calamita terribile è alle donne.
A lei si attacca ogni forcina.
Perfin i fermagli d’ufficio cercano
con ardore di dimenticare le loro scartoffie.

Ma non sarà scagionata la calamita
che tanto si attacca al prezioso e al dozzinale,
quando tirando via il chiodo
dalla parete farà cadere l’icona.

E sappi, se sei un vero poeta,
rinunciando ai privilegi della tua posizione,
non abbassarti fino alla vittoria,
ma salire fino alla sconfitta.

Evgenij Aleksandrovič Evtušenko
(poeta russo, 1933)

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