mercoledì 29 maggio 2013

L'eternità


È ritrovata!
- Che cosa? - l'Eternità.
È il mare in comunione
col sole.

Arthur Rimbaud
(poeta francese, 1854 – 1891)

martedì 28 maggio 2013

Non sfruttare il tuo genio, poeta

L’aureola, al cui cospetto intimidisce
il riflesso opale delle spalline,
nella conquista dei trofei d’amore.

Non sbandierare la tua solitudine,
non chiedere compassione,
non sedurre con le tragedie,
come Grušnickij col pastrano di semplice soldato.

Ma a quelle donne impotenti,
cui tu sei come un’icona,
è peccato chiedere delle carezze il tributo,
è sleale estorcere la bontà.

È criminale recitare con sentimento
per stringere al collo col laccio dei tuoi versi.
Non torna ad onore dell’uomo
vincere quelle che in principio sono già vinte.

La gloria, calamita terribile è alle donne.
A lei si attacca ogni forcina.
Perfin i fermagli d’ufficio cercano
con ardore di dimenticare le loro scartoffie.

Ma non sarà scagionata la calamita
che tanto si attacca al prezioso e al dozzinale,
quando tirando via il chiodo
dalla parete farà cadere l’icona.

E sappi, se sei un vero poeta,
rinunciando ai privilegi della tua posizione,
non abbassarti fino alla vittoria,
ma salire fino alla sconfitta.

Evgenij Aleksandrovič Evtušenko
(poeta russo, 1933)

giovedì 23 maggio 2013

La stazione di Zimà

[…]
Partii…
Mi sentivo triste e puro,
triste certamente, perché
avevo imparato qualcosa nella vita,
ma che cosa,
non me ne sapevo ancora render conto.
Bevvi la vodka coi vicini, in loro onore.
Per l’ultima volta attraversai la mia Zimà.

Continuavo a camminare, triste e libero,
e avendo superato l’ultimo quartiere,
salii su un monticello assolato
e a lungo là rimasi.
Dall’alto vedevo l’edificio della stazione,
i magazzini, i fienili e le case.
Mi parlò allora la stazione di Zimà.
Ecco che mi disse la stazione di Zimà:
“Vivo modestamente, schiaccio noci,
in silenzio emetto fumo dalle mie locomotive,
ma anch’io rifletto molto sull’epoca nostra,
l’amo, e non vado contro la mia coscienza.
Tu non sei il solo al mondo
in questa tua ricerca, nelle intenzioni, nella lotta.
Non t’affliggere, figliolo, se non hai risposto
alla domanda che ti è stata fatta.
Abbi pazienza, osserva, ascolta.
Cerca, cerca. Percorri tutta la terra.
Sì, la verità è buona, ma la felicità è migliore,
eppure non c’è felicità senza verità.
Cammina per il mondo a testa alta,
con il cuore e gli occhi in avanti,
e sul viso
l’umida sferza delle nostre conifere
e sulle ciglia
lacrime e tempesta.
Ama gli uomini, e saprai capirli.
Ricordati.
Io ti seguo.
Quando sarà difficile, tornerai da me…
Va!”

E io andai.
E sono in cammino.

Evgenij Aleksandrovič Evtušenko
(poeta russo, 1933)

Fu l'inizio...

Fu l’inizio:
quando giù
per la scala correvi,
appena finiva
l’ultima lezione,
quando nella mischia allegra
presso lo spogliatoio,
frettoloso
tendevi
il tuo numeretto,
quando nel crocchio
dei ragazzi accaldati
(che importava
se le ragazzine ridevano!)
correvi in avanti,
ansante per la corsa,
e modellavi palle
di neve bagnata.
Passavano balenando i ruscelli,
le nuvole
e interi quartieri,
e di nuovo, al di sopra di tutto,
si levava una cosa
che già tanto ti mancava,
anche se ancora non potevi conoscerla.
Volevi l’amore:
quello vero,
non falso,
e, anche se ora
vuoi mentire nell’anima tua,
lo volevi felice
ma se questo fosse troppo complicato,
venisse pure un amore infelice,
ma che fosse
amore…

Evgenij Aleksandrovič Evtušenko
(poeta russo, 1933)

***

Mi dicono, crollando la testa:
“Sii più buono…
sei tanto cattivo!”
Ero buono.
Ma non è durato a lungo.
La vita mi ha colpito
Percuotendomi sui denti.
Vivevo come un cucciolo stupido.
Mi colpivano
e di nuovo tendevo la guancia.
Per farmi più cattivo,
d’un colpo,
da solo,
ho spezzato la corda della bonarietà.
Vi racconterò adesso
qualcosa sulla cattiveria.
Quando prima dell’adunata mi sussurrano:
“Lasci perdere!
È ancora giovane, scriva piuttosto,
e intanto non s’affretti a lanciarsi
nella zuffa…”
Ma non cedo per niente:
esser cattivo nei confronti della menzogna,
questa è bontà!
Sono comunista per natura.
Il comunismo mi ordina
d’esser sempre più cattivo
contro chi si pone sulla sua via.
Non do retta ai consigli.
Non ho più la timidezza di un tempo
e
la vita è interessante, quando sei cattivo.

Evgenij Aleksandrovič Evtušenko
(poeta russo, 1933)

mercoledì 15 maggio 2013

Prima che il tempo li guastasse

Assai si dolsero nell’atto di lasciarsi.
Le circostanze, non loro lo vollero.
I casi della vita fecero che uno
lontano se ne andasse – a New York o in Canadà.
Certo l’amore non era più quello d’un tempo,
poco per volta in loro era scemata l’attrazione.
Separarsi, però, non l’avevano voluto.
Le circostanze agivano. – Forse il destino
s’é rivelato artista, spaiandoli proprio adesso
prima che il fuoco si spegnesse, che il Tempo li guastasse.
Immutabile saranno l’uno per l’altro
il bel ragazzo di ventiquattro anni.


Costantino Kavafis
(poeta greco, 1863 - 1933)

lunedì 13 maggio 2013

...




Finché quella donna del Rijksmuseum
nel silenzio dipinto e in raccoglimento
giorno dopo giorno versa
il latte dalla brocca nella scodella,
il Mondo non merita
la fine del mondo.

Wisława Szymborska
(poetessa polacca, 1923 - 2012)

venerdì 10 maggio 2013

Chiusura

Caddi in uno dei miei patetici periodi di chiusura. Spesso, con gli esseri umani, buoni e cattivi, i miei sensi semplicemente si staccano, si stancano: lascio perdere. Sono educato. Faccio segno di sì. Fingo di capire, perché non voglio ferire nessuno.
Questa è la debolezza che mi ha procurato più guai. Cercando di essere gentile con gli altri spesso mi ritrovo con l'anima a fettucce, ridotta ad una specie di piatto di tagliatelle spirituali.
Non importa... Il mio cervello si chiude. Ascolto. Rispondo. E sono troppo ottusi per rendersi conto che io non ci sono...

        Charles Bukowski
        (poeta statunitense, 1920 -1994)

da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/aforismi/libri/frase-60176>

Da un albero in autunno

Da un albero, in autunno, cadono le foglie:
l'albero non se ne accorge,
la pioggia scorre su di lui,
il sole, o il ghiaccio, lo feriscono,
ma dentro di lui la vita si ritrae
nel luogo più angusto e più intimo.
Non muore.
Aspetta.

Hermann Hesse

(poeta tedesco, 1877- 1962)

venerdì 3 maggio 2013

Ha una sua solitudine lo spazio

Ha una sua solitudine lo spazio,
solitudine il mare
e solitudine la morte - eppure
tutte queste son folla
in confronto a quel punto più profondo,
segretezza polare,
che è un’anima al cospetto di se stessa:
infinità finita.

Emily Dickinson

(poetessa statunitense, 1830 - 1886)