venerdì 7 dicembre 2012

Spleen

Quando il cielo basso e cupo pesa come un coperchio
sullo spirito che geme in preda a una lunga noia
e abbracciando il cerchio di tutto l'orizzonte
ci versa una luce nera più triste delle notti,

quando la terra si muta in un'umida spelonca
dove la Speranza come un pipistrello
va battendo i muri con la sua timida ala
e picchia la testa su fradici soffitti,

quando la pioggia distendendo immense strisce
imita le sbarre d'una vasta prigione
e un muto popolo di ragni infami
in fondo ai nostri cervelli tende le sue reti,

campane a un tratto scattano con furia
e lanciando verso il cielo un urlo orrendo
come spiriti erranti e senza patria
che si mettano a gemere ostinati.

- E lunghi carri funebri, senza tamburi né musica,
sfilano lenti dentro la mia anima; la Speranza,
vinta, piange, e l'Angoscia atroce, dispotica,
pianta sul mio cranio chino il suo nero vessillo.

Charles Baudelaire
(poeta francese, 1821 - 1867)

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