sabato 23 novembre 2013

Io sono come la lupa

Io sono come la lupa, me ne vado sola e rido
dovunque sia, poichè ho una mano
che sa lavorare e un cervello sano.

Chi mi può seguire venga con me,
ma io me ne sto ritta, di fronte al nemico,
la vita, e non temo il suo impeto fatale
perchè ho sempre un pugnale pronto in mano.

Il figlio e dopo io e dopo...quel che sia!
Quel che prima mi chiami alla lotta.
Talvolta l'illusione di un bocciolo d'amore
che so sciupare prima ancora che diventi fiore.

Alfonsina Storni
(poetessa argentina, 1892 – 1938)

lunedì 18 novembre 2013

...

Il suo sperma bevuto dalle mie labbra
era la comunione con la terra.
Bevevo con la mia magnifica
esultanza
guardando i suoi occhi neri
che fuggivano come gazzelle.
E mai coltre fu più calda e lontana
e mai fu più feroce
il piacere dentro la carne.
Ci spezzavamo in due
come il timone di una nave
che si era aperta per un lungo viaggio.
Avevamo con noi i viveri
per molti anni ancora
i baci e le speranze
e non credevamo più in Dio
perché eravamo felici.

Alda Merini
(poetessa italiana, 1931 – 2009)

mercoledì 13 novembre 2013

Orgoglio

Non ho tempo di dare a tutti prova
delle mie grandi insolite virtù,
chi ha occhi per vedere, veda.
Altrimenti, avrò occhi ignoti ai più.

C’è chi, incontrandomi, ha detto:
“Benvenuta nella mia vita, meraviglia!”.
C’è che di dirlo non aveva voglia
e sono andata via, verso le vette.

Il tempo è ratto. Mi resta qualche dono
di pregio – e cerco sotto le stelle destinatari.
Forse li cercherò invano;
e come i faraoni mi seppellirò
                                                        con i miei averi.

Nina Cassian
(poetessa romena, 1924)

Cedere il posto agli anziani e agli ammalati

Viaggiavo in piedi
eppure nessuno mi offrì il posto
anche se ero di almeno mille anni più anziana,
anche se portavo, ben visibili, i segni
di almeno tre gravi malanni:
Orgoglio, Solitudine e Arte.

Nina Cassian
(poetessa romena, 1924)

giovedì 7 novembre 2013

Il poeta

[…]

3

Che cosa dunque devo fare, io cieco e figliastro,
in un mondo dove chiunque ha un padre e ci vede,
dove su anatemi come su terrapieni - stanno
le passioni! Dove un raffreddore
è chiamato - pianto!

Che cosa dunque devo fare, essendo costola e industria
del canto! - Come un congedo! Abbronzatura! Siberia!
Attraverso le mie ossessioni - come attraverso un ponte!
Con la loro imponderabilità in un mondo di pesi.

Che cosa dunque devo fare, io cantore e primogenito,
in un mondo dove il più nero è grigio!
Dove conservano l'ispirazione come in un thermos!
Con questa smisuratezza in un mondo di misure?!

Marina Cvetaeva
(poetessa russa, 1892 – 1941)

Non piangere

Non piangere quando ti sveglierai,
non spezzare l’incanto dei fiori
con i petali morbidi
e le montagne d’estate
e il mio cuore sempre innamorato.
Non spezzare nulla di questo sogno.
Io sono con te
in ogni maledetto istante
che ci vuole dividere
e non ci riesce.

Alda Merini
(poetessa italiana, 1931 – 2009)