sabato 17 novembre 2012

Povero Catullo


Povero Catullo, smettila di illuderti!
e quello che vedi perduto, consideralo perduto.
Brillarono un tempo per te giorni luminosi,
quando andavi dovunque ti conduceva lei,
lei amata come nessuna sarà mai.
Quanta allegria, allora: quanti giochi,
che tu volevi e a cui lei non si negava.
Brillarono davvero per te un tempo giorni luminosi.
Ora lei non vuole più: e tu devi accettare.
Non correre dietro a chi fugge, e non essere infelice,
ma con tutte le tue forze resisti, non cedere.
Addio, fanciulla, Catullo è forte:
non ti verrà a cercare, non ti pregherà se tu non vuoi;
ma tu, senza le sue preghiere, soffrirai.
Sciagurata, povera te! Che vita ti rimane?
Chi ti vorrà? Chi ti vedrà bella?
Chi amerai ? Di chi dirai di essere?
Chi bacerai? A chi morderai le labbra?
Ma tu, Catullo, resisti, non cedere.

Gaio Valerio Catullo
(poeta romano, 84 a.C. - 54 a.C.)

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