sabato 17 novembre 2012

Perché ci hai dato sguardi profondi




Perché ci hai dato sguardi profondi
per scrutare presaghi il futuro
e mai abbandonarci, in un'illusione beata,
al nostro amore, alla felicità terrena?
Perché ci hai dato, sorte, i sentimenti
che ci fanno guardar l'un l'altro nel cuore
per indovinare negli astrusi viluppi
Il vero legame che ci tiene?

Ah, tanti e tanti a stento conoscono
il loro cuore, s'agitano confusi,
vagano senza meta, e senza rimedio
incorrono in mali non sanati;
e di nuovo esultano quando spunta
l'aurora inattesa di effimere gioie.
Solo a noi due, poveri amanti,
è negata la felicità reciproca
di amarci senza intenderci,
di vedere nell'altro ciò che non fu mai,
d'inseguire una sempre nuova felicità di sogno,
e di vacillare anche nel pericolo del sogno.

Felice chi è preso in un vacuo sogno!
Felice chi mancò il presagio!
Ogni presenza e ogni sguardo rafforza
in noi, ahimé, sogno e presagio.
Dì, come fu che ci legò così stretti?
Ah, in tempi remoti tu fosti
mia sorella o la mia sposa.

Conosci ogni tratto del mio essere,
coglievi il vibrare della mia corda più pura,
leggevi con un solo sguardo in me
che occhio umano a stento penetra;
temperavi il sangue ardente,
indirizzavi l'errante, selvatica corsa,
e nelle tue braccia angeliche
il petto lacerato ritrovava la quiete.
Lo tenevi avvinto in un tenue incanto,
allietavi col tuo gioco i suoi giorni.
Quale felicità fu mai pari all'ebbrezza delle ore
quando lui grato giaceva ai tuoi piedi,
accanto al tuo sentiva il suo cuore traboccare,
si sentiva buono nei tuoi occhi,
i sensi purificati,
placato il sangue in tumulto.

E di tutto questo resta un ricordo
che trascorre per il cuore incerto,
sente l'antica verità identica all'intimo;
e il nuovo stato per lui è dolore.
E a noi sembra d'aver anima solo per metà,
all'intorno è crepuscolo il giorno più chiaro.
Fortuna che la sorte, che ci tormenta,
cambiarci tuttavia non può.

Johann Wolfgang von Goethe
(poeta tedesco, 1749 - 1832)

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